sabato 31 dicembre 2016

BUON ANNO!

Non è mai troppo tardi per diventare ciò che desideriamo essere. Non esistono regole: nella vita si può cambiare o rimanere così come si è. VI auguro per il 2017 di riuscire a trovare la forza per cambiare quel qualcosa che non vi piace nella vostra vita.

Un augurio speciale alle persone che mi hanno permesso di accompagnarli in questo importante processo di cambiamento!



psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

sabato 24 dicembre 2016

BUON NATALE A TUTTI VOI!

Vi dedico questo commovente video di natale e vi auguro di ripartire sempre da voi stessi per RICOMINCIARE CON PIù FORZA!

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

sabato 10 dicembre 2016

GESTALT E CREATIVITA'


La psicoterapia della Gestalt, soprattutto nelle prime formulazioni di Fritz Perls, appare strettamente legata al concetto di creatività e di sintesi creativa. Essa, infatti, mira a potenziare la relazione dialogica tra le molteplici polarità che ci abitano. Il dialogo si struttura come un esperienza creativa ed un atto di sintesi. In Psicoterapia della Gestalt il terapeuta dispone di diverse tecniche e metodologie di lavoro da usare nel processo terapeutico allo scopo di un potenziamento delle capacità creative ed adattive del cliente. Gli strumenti per facilitare questo processo sono molteplici: simulate, visualizzazioni, drammatizzazioni ed esperienze a mediazione artistica. La seduta a mediazione artistica diventa un luogo in cui il terapeuta e il paziente co-costruiscono e attribuiscono un senso all’esperienza creativa. L’utilizzo in terapia di un prodotto artistico (poesia, disegno, fotografia) non è terapeutico di per sé; ciò che rende terapeutico il processo è la possibilità di collocare l’esperienza creativa che terapeuta e paziente condividono all’interno del ciclo di contatto della relazione terapeutica. L'incontro a mediazione artistica non è altro che un rapporto tra "un io e un tu" che intendono creare assieme una storia e dare vita ad un processo di narrazione di sé e di esplorazione delle intenzioni. 

Ringrazio la psicoterapia della Gestalt per avermi insegnato "a darmi il permesso" di essere creativa. Ecco una foto che mette in primo piano alcuni preziosi strumenti del mio lavoro che spesso utilizzo in terapia.



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venerdì 25 novembre 2016

VIOLARE NON E' MAI AMARE.

La violenza si esprime in diverse forme: fisica, psicologica, economica, sessuale e stalking. Credo sia importante, in questa giornata, riflettere sul fatto che chi usa la violenza (indipendentemente dal genere) ha un problema e ha bisogno di essere aiutato. Ricordo a tutti che sul nostro territorio esistono numerosi centri che aiutano le vittime di violenza e, altrettanti centri, che sostengono i maltrattanti a riconoscere ed uscire dal ciclo della violenza. 
http://www.direcontrolaviolenza.it/cose-la-violenza-contro…/
http://www.liberarsidallaviolenza.it/le-riso…/centri-uomini/


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domenica 13 novembre 2016

RESILIENZA: IMPARARE DALL'OSTRICA FERITA


"Quando ammiriamo lo splendore di una perla non pensiamo mai che essa nasce dalla malattia di una conchiglia" (Karl Jaspers)


Dal latino "resilire" che significa rimbalzare, saltare indietro
E' un termine il cui significato è preso in prestito dalla scienza dei materiali che ha individuato la proprietà di alcuni elementi di conservare la propria forma originaria dopo essere stati deformati e schiacciati. In ambito psicologico il termine resilienza viene attualmente utilizzato per definire la capacità delle persone di affrontare eventi traumatici e stressanti,riorganizzando attivamente la propria vita in presenza delle difficoltà. Anche dalle situazioni traumatiche, se attraversate e affrontate attivamente, è possibile arrivare a produrre qualcosa di nuovo e di prezioso, come una perla. Sai come nasce una perla da un'ostrica? La perla è il prodotto del dolore, causato dall'ingresso nell'ostrica di una sostanza estranea, come un parassita o un granello di sabbia. Quando penetra un granello di sabbia, le cellule della madreperla, presenti all'interno dell'ostrica, ricoprono il granello con vari strati per proteggere il corpo indifeso dell’ostrica. Il risultato di tutto questo processo è la formazione della perla.
La perla,dunque, è una ferita cicatrizzata

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domenica 30 ottobre 2016

PAURA: AMICA O NEMICA?

I comportamenti di paura sono eterogenei, così come lo sono anche gli eventi che li suscitano. Essi comprendono un elenco di circostanze molteplici e non omogenee e, inoltre, non è certo in quale misura ogni singolo evento può suscitare paura.Sono state proposte numerose teorie per spiegare il fenomeno, ma solo se si espongono tutti i dati empirici di ricerche sull'uomo e sulle specie animali, è possibile chiarire le caratteristiche delle situazioni che suscitano paura e mettere in luce la loro funzione di sopravvivenza della specie. Le ricerche confermano che l’intensità della paura è maggiore in situazione complesse (presenza simultanea di più eventi di paura) e in assenza di una figura di attaccamento. Le situazioni stimolo che suscitano paura in altre specie hanno molto in comune con quelle che spaventano gli esseri umani. Gli studi sulle specie animali confermano che le situazioni di paura attivano due principali comportamenti: l’allontanamento dallo stimolo pauroso e la ricerca di protezione e sicurezza tramite il contatto. Attacco e fuga sono difese attive e mobilitanti, così come l'istinto di chiamare qualcuno per essere aiutati e rassicurati. La maggior parte delle persone vorrebbe non sentire la paura ed è proprio in questo modo che continuano ad alimentarla, trasformandola in un nemico da sconfiggere. Riconoscere le proprie paure permette alla persona di comprendere i propri bisogni e i propri desideri. La paura è un'emozione di base che ci permette di sopravvivere. E' il modo in cui ci si approccia alla paura che la rende una nemica o un'amica.
Ecco un simpatico corto animato che mostra come la paura, se addomesticata, può risultare un'ottima alleata. 

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sabato 22 ottobre 2016

TI SEI PERSO NEL MONDO COME ME?



Zygmunt Bauman, filosofo e sociologo polacco, sostiene che la nostra epoca è caratterizzata da "relazioni liquide", vincoli molto fragili che creiamo con le persone. Questo modo di relazionarci è fortemente influenzato anche dalla tecnologia. Molti, in assenza di relazioni forti e profonde, cercano un sostituto nel numero di follower e nella quantità di amici sui social network. Più che relazioni si stabiliscono "connessioni" che appaiono,da un lato,più rassicuranti, poichè più superficiali, e meno autentiche. Ormai viviamo tutti in due mondi: online e offline.Siamo passati dall'assunto cartesiano "penso dunque sono" all'assunto generazionale "APPAIO QUINDI ESISTO".

Oggi non si ha più paura di essere visti troppo, ma al contrario si ha paura di non essere visti abbastanza. Il problema non è che esistano questi due mondi, ma è confondere e sostituire la vita online con quella offline per mitigare e negare la paura di essere soli. A mio avviso,una delle funzioni della psicoterapia moderna,ha come obiettivo esistenziale quello di aiutare la persona, soprattutto gli adolescenti, a riconoscere le proprie risorse e paure, allo scopo di trasformare le relazioni virtuali in relazioni reali,riducendo il rischio di ISOLAMENTO. Un esempio estremo del perdersi nel mondo offline è rappresentato dal fenomeno sociale HIKIKOMORI che letteralmente significa "stare in disparte, isolarsi", dalle parole hiku "tirare" e komoru "ritirarsi".
Il video di Moby "Are you lost in the world like me?" mette ben in risalto questa nuova problematica generazionale, enfatizzando come questo essersi persi nel mondo offline significhi in realtà perdersi dal contatto con sé stessi e con gli altri.

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lunedì 10 ottobre 2016

GIORNATA NAZIONALE DELLA PSICOLOGIA

Oggi per la prima volta si festeggia la#GiornataNazionaleDellaPsicologia con il tema "Persone e Relazioni". La stanza di terapia è un luogo, sicuro e protetto, dove, in qualità di terapeuta, incontro persone molto diverse tra loro che vivono le più eterogenee problematiche relazionali. Ogni storia di terapia è diversa dall'altra: alcune si interrompono, altre proseguono per un paio di mesi e altre ancora per un paio di anni. Tuttavia, ogni volta che una terapia si rivela efficace, alla domanda: 
"Cos'è che cura?". 
Rispondo sempre: "LA RELAZIONE"

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

sabato 8 ottobre 2016

LA DIPENDENZA AFFETTIVA


Una problematica che mi capita di incontrare spesso in terapia. In questa recensione potrai trovare una possibile definizione della #dipendenzaaffettiva e una descrizione fenomenologica delle varie forme che assume. Se ti interessa approfondire il tema leggi qui
BUONA LETTURA!

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giovedì 29 settembre 2016

LA CHIUSURA DI UN PERCORSO TERAPEUTICO


La terapia ha un inizio ed una fine. 
Un obiettivo importante in tutto il percorso terapeutico è l’acquisizione dell’autonomia; in quest'ottica la chiusura e' un momento molto importante. Il terapeuta ha il compito di incoraggiare gradualmente il paziente al distacco, di esortarlo a consolidare i risultati raggiunti e a maturare la consapevolezza di poter proseguire “da solo” la propria vita con molte più consapevolezze di prima. 


Ieri, tra le tante consapevolezze, noi, ci siamo salutate così.


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mercoledì 7 settembre 2016

IL QUI ED ORA FENOMENOLOGICO



"il passato è passato... Eppure... nell'ora, nel nostro essere, ci portiamo dietro gran parte di quel passato. Ma ci portiamo dietro gran parte del nostro passato solo nella misura in cui ci portiamo dietro delle situazioni irrisolte"
(Perls, la terapia gestaltica)
  


La fenomenologia era in principio una branca della filosofia che si poneva come obiettivo quello di descrivere in maniera fedele e asettica la natura mutevole dell'esperienza umana; essa può essere definita come il linguaggio del pensiero esistenzialista in genere. La psicoterapia della Gestalt è fortemente correlata alla filosofia esistenzialista, così come altre psicoterapie moderne appartenenti all'approccio umanistico-esistenziale; queste terapie, seppur differenziandosi nei metodi di lavoro, sono tutte interessate al modo in cui la persona si sviluppa nel qui ed ora dell'incontro terapeutico. In psicoterapia della Gestalt l'attenzione è posta nel qui ed ora della seduta terapeutica in cui avviene, in ogni incontro, un lavoro esperienziale con le funzioni della persona. La psicoterapia della Gestalt è, così come la definisce Perls,  un esempio unico di integrazione tra l'approccio comportamentale e quello fenomenologico. In Gestalt il termine "qui ed ora" è spesso associato ad una sorta di "slogan" che necessita di essere ben chiarito per evitare di essere confuso con l'idea errata che la persona debba sempre dire tutto, esprimere ogni cosa e soddisfare immediatamente i propri bisogni.  La psicoterapia della Gestalt ed il qui ed ora fenomenologico richiedono di essere meglio spiegati in funzione di alcuni assunti di base.
- Il qui ed ora ha inizio con la sensazione. In Gestalt è posta molta attenzione al riconoscimento della sensazione, al come e al dove si sente nel corpo. Attraverso l'esperienza del continuum di consapevolezza (cosa senti ora?) si aiuta la persona ad esplorare se stessa in un processo attivo di attenzione.
La realtà esiste sempre nel tempo presente. In Gestalt è spesso utilizzata la tecnica di rappresentazione dei "quando" della propria vita nel "qui ed ora" della seduta terapeutica , come se avessero luogo ora, al fine di far rivivere il ricordo mentre viene agito muscolarmente e portato nel presente. Queste rivisitazioni diventano eventi del presente, da non confondere con gli eventi che sono avvenuti realmente o che stanno per accadere, che permettono di mettere in figura il processo in atto nel mondo interno della persona.
-La realtà è determinata dallo spazio che occupo e da tutti i miei sensi. Faccio entrare dentro di me le cose che percepisco attraverso i mie sensi. Il qui ed ora dell'esperienza non esiste in uno spazio a sè stante, ma è contenuto nella specifica persona. Il punto dinamico in cui la sensazione si collega all'oggetto è definito il confine di contatto.
-La realtà è un continuo processo. La persona è il processo continuo del suo esperire e non si percepisce in modo statico; tuttavia in situazioni di impasse la persona, interrompendo il suo fluire, inizia a non vivere più a suo agio nel flusso mutevole del la sua esperienza, dando origine ai sintomi e al malessere.
- La realtà è connessa al possesso di sè e all'idea che, mentre la vivo, diventa la mia realtà e che nessuno può viverla al mio posto e nessuno può essere responsabile del mio comportamento. In Gestalt il terapeuta invita la persona ad assumersi la propria responsabilità, imparando a prender possesso delle proprie osservazioni ed affermazioni.
-La realtà ha sempre validità di contenuto per chi la esperisce. Nessuno può dissentire sulla validità dell'esperienza vissuta dalla persona.
Il qui ed ora fenomenologico è, dunque, un'esperienza molto personale ancorata ai sensi, nel tempo e nello spazio in cui la persona si trova. La teoria della terapia Gestaltica poggia su due pilastri: l'ora e il come. L'ora comprende tutto quello che esiste, qui ed ora, ed implica la consapevolezza ed il fare esperienza dell'ovvio, che la persona spesso non riesce e non vuole vedere. Il come comprende tutto quello che è il processo, quello che sta realmente avvenendo attraverso il comportamento messo in atto dalla persona.  
Sulla base di queste premesse la psicoterapia della Gestalt si pone i seguenti obiettivi intrinseci:
- aumentare la consapevolezza della persona
- incrementare la capacità di riappropriarsi delle proprie esperienze, anzichè proiettarle sugli altri
-facilitare il riconoscimento dei  propri bisogni e desideri e la capacità di soddisfarli in maniera funzionale
- sviluppare il potere personale e la capacità di autosostegno della persona
- favorire l'assunzione di responsabilità delle proprie azioni  e delle conseguenze
- sviluppare la creatività  e l'immaginazione e la capacità di usarla in relazione ai propri bisogni e desideri

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giovedì 12 maggio 2016

L'ARTE DI AMARE

"È l'amore un'arte? Allora richiede sforzo e saggezza.
Oppure l'amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi, è una questione di fortuna?
Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si creda alla seconda.La gente non pensa che l'amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d'amore, felice o infelice, ascolta canzoni d'amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d'amore" (Erich Fromm)

L'amore richiede sforzo e saggezza per essere (ri)conosciuto...

Amare è andare oltre il pregiudizio!
Solo in quest'ottica si può imparare DAVVERO molto dall'amore.
Un video che ben rappresenta il concetto e che sa emozionare!
LOVE HAS NO DISABILITY
LOVE HAS NO GENDER
LOVE HAS NO RACE
LOVE HAS NO RELIGION



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lunedì 9 maggio 2016

Da vicino nessuno è normale



E' tempo di continuare a combattere il PREGIUDIZIO che rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta significhi essere MATTO, SBAGLIATO e DEBOLE!

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