domenica 30 ottobre 2016

PAURA: AMICA O NEMICA?

I comportamenti di paura sono eterogenei, così come lo sono anche gli eventi che li suscitano. Essi comprendono un elenco di circostanze molteplici e non omogenee e, inoltre, non è certo in quale misura ogni singolo evento può suscitare paura.Sono state proposte numerose teorie per spiegare il fenomeno, ma solo se si espongono tutti i dati empirici di ricerche sull'uomo e sulle specie animali, è possibile chiarire le caratteristiche delle situazioni che suscitano paura e mettere in luce la loro funzione di sopravvivenza della specie. Le ricerche confermano che l’intensità della paura è maggiore in situazione complesse (presenza simultanea di più eventi di paura) e in assenza di una figura di attaccamento. Le situazioni stimolo che suscitano paura in altre specie hanno molto in comune con quelle che spaventano gli esseri umani. Gli studi sulle specie animali confermano che le situazioni di paura attivano due principali comportamenti: l’allontanamento dallo stimolo pauroso e la ricerca di protezione e sicurezza tramite il contatto. Attacco e fuga sono difese attive e mobilitanti, così come l'istinto di chiamare qualcuno per essere aiutati e rassicurati. La maggior parte delle persone vorrebbe non sentire la paura ed è proprio in questo modo che continuano ad alimentarla, trasformandola in un nemico da sconfiggere. Riconoscere le proprie paure permette alla persona di comprendere i propri bisogni e i propri desideri. La paura è un'emozione di base che ci permette di sopravvivere. E' il modo in cui ci si approccia alla paura che la rende una nemica o un'amica.
Ecco un simpatico corto animato che mostra come la paura, se addomesticata, può risultare un'ottima alleata. 

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it


sabato 22 ottobre 2016

TI SEI PERSO NEL MONDO COME ME?



Zygmunt Bauman, filosofo e sociologo polacco, sostiene che la nostra epoca è caratterizzata da "relazioni liquide", vincoli molto fragili che creiamo con le persone. Questo modo di relazionarci è fortemente influenzato anche dalla tecnologia. Molti, in assenza di relazioni forti e profonde, cercano un sostituto nel numero di follower e nella quantità di amici sui social network. Più che relazioni si stabiliscono "connessioni" che appaiono,da un lato,più rassicuranti, poichè più superficiali, e meno autentiche. Ormai viviamo tutti in due mondi: online e offline.Siamo passati dall'assunto cartesiano "penso dunque sono" all'assunto generazionale "APPAIO QUINDI ESISTO".

Oggi non si ha più paura di essere visti troppo, ma al contrario si ha paura di non essere visti abbastanza. Il problema non è che esistano questi due mondi, ma è confondere e sostituire la vita online con quella offline per mitigare e negare la paura di essere soli. A mio avviso,una delle funzioni della psicoterapia moderna,ha come obiettivo esistenziale quello di aiutare la persona, soprattutto gli adolescenti, a riconoscere le proprie risorse e paure, allo scopo di trasformare le relazioni virtuali in relazioni reali,riducendo il rischio di ISOLAMENTO. Un esempio estremo del perdersi nel mondo offline è rappresentato dal fenomeno sociale HIKIKOMORI che letteralmente significa "stare in disparte, isolarsi", dalle parole hiku "tirare" e komoru "ritirarsi".
Il video di Moby "Are you lost in the world like me?" mette ben in risalto questa nuova problematica generazionale, enfatizzando come questo essersi persi nel mondo offline significhi in realtà perdersi dal contatto con sé stessi e con gli altri.

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

lunedì 10 ottobre 2016

GIORNATA NAZIONALE DELLA PSICOLOGIA

Oggi per la prima volta si festeggia la#GiornataNazionaleDellaPsicologia con il tema "Persone e Relazioni". La stanza di terapia è un luogo, sicuro e protetto, dove, in qualità di terapeuta, incontro persone molto diverse tra loro che vivono le più eterogenee problematiche relazionali. Ogni storia di terapia è diversa dall'altra: alcune si interrompono, altre proseguono per un paio di mesi e altre ancora per un paio di anni. Tuttavia, ogni volta che una terapia si rivela efficace, alla domanda: 
"Cos'è che cura?". 
Rispondo sempre: "LA RELAZIONE"

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

sabato 8 ottobre 2016

LA DIPENDENZA AFFETTIVA


Una problematica che mi capita di incontrare spesso in terapia. In questa recensione potrai trovare una possibile definizione della #dipendenzaaffettiva e una descrizione fenomenologica delle varie forme che assume. Se ti interessa approfondire il tema leggi qui
BUONA LETTURA!

psicologo  psicoterapeuta firenze Dott.ssa Martina Fino http://www.martinafino.it

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